Centinaia di anni fa, le macabre tecniche di tortura erano la norma. La tortura era onnipresente e inevitabile come tecnica investigativa e punitiva per crimini gravi.
Nel corso degli anni, le forze dell'ordine hanno utilizzato l'imbracatura facciale, meglio nota come "gabbia per la testa", come metodo di tortura. I prigionieri venivano costretti a indossare la gabbia per la testa, che bloccava il capo, mentre i carcerieri li torturavano. Trattenendo anche le braccia e le gambe della vittima, si stroncava ogni speranza di fuga o di difesa corporea. Spesso si procedeva alla cavatura degli occhi o alla marchiatura a fuoco con punte bianche.seguirebbe il contenimento del prigioniero.
Alcune di queste gabbie erano dotate di linguette chiamate "branks" o "briglia del rimprovero", nate nella Scozia del XVI secolo prima di arrivare in America attraverso l'Inghilterra. Queste linguette includevano punte o ruote spinose chiamate "rowels" e venivano infilate nella bocca dei prigionieri. Oltre alle ovvie ferite che questi meccanismi infliggevano, le gabbie smorzavano anche le grida e impedivano un'effettivacomunicazione.
Nelle case del Cheshire c'era persino un gancio sul muro accanto al camino, al quale il custode della città poteva collegare le catene della comunità nel caso in cui la moglie di un uomo non fosse collaborativa o fastidiosa: in sostanza, le donne potevano essere tenute prigioniere nelle loro stesse case.Le persone dell'epoca ritenevano inoltre che i rami impedissero alle streghe di lanciare incantesimi, in quanto impedivano loro di cantare.
La gabbia per la testa era usata soprattutto come strumento di tortura in epoca medievale; una volta raggiunta l'America del Nord e del Sud, i rami divennero soprattutto una forma di umiliazione.
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